Campi Flegrei, Campania. Eruzione dell’Ignimbrite Campana. L’Ignimbrite Campana è il prodotto della maggiore eruzione esplosiva avvenuta nell’area mediterranea negli ultimi 200 mila anni. Tale eruzione, avvenuta in un centro ubicato nei Campi Flegrei, ha seppellito gran parte della Campania sotto una spessa coltre di tufi. Durante l’eruzione si formò una caldera che determinò lo sprofondamento di una vasta area che comprende i Campi Flegrei, parte della città di Napoli ed una parte delle baie di Napoli e Pozzuoli. I segni evidenti di tale eruzione si trovano fino in Russia e sul Caucaso. In Romania ha depositato ben un metro di cenere. L’eruzione è iniziata con una fase esplosiva Freatomagmatica di apertura del condotto, cui ha fatto seguito una fase Pliniana, con la formazione di una colonna eruttiva alta fino a 44 km, durante la quale sono estratti i magmi presenti nel serbatoio o camera magmatica. L’eruzione ha fasi esplosive nel corso delle quali si formano enormi flussi di pomici e ceneri che, spinti dai gas, scivolano sul terreno e si allargano fino agli Appennini e valicando rilievi alti oltre 1000 m. Questi prodotti col tempo si compattarono fino a diventare una roccia leggera e resistente, chiamata Tufo Grigio o, più propriamente, Ignimbrite Campana. Al termine di questa eruzione i due terzi della Campania sono ricoperti da una coltre di tufi spessa fino a 100 m, mentre enormi volumi di cenere vulcanica sono sospesi nell’atmosfera causando sconvolgimenti climatici estesi all’intero pianeta. Il volume di magma emesso nel corso dell’eruzione è stimato in circa 150 km3 e corrisponde al volume collassato del fondo della caldera, con uno sprofondamento di circa 600m.