Ipazia (Hypatia), matematica, astronoma e filosofa bizantina viene assassinata da parte di monaci cristiani. Figlia di Teone di Alessandria, studiò l’astronomia, la matematica, la filosofia e le scienze e, sebbene donna, insegnò pubblicamente filosofia ed appartenne alla corrente neoplatonica. Fu l’inventrice dell’astrolabio, del planisfero e dell’idroscopio. Ottenne il rispetto di tutti per la sua sapienza ed ebbe una notevole influenza politica sulla città, e in particolare sul prefetto imperiale, Oreste. Tra i suoi allievi ci fu Sinesio di Cirene, vescovo di Tolemaide, che le scrisse numerose lettere, testimoniandole grande ammirazione. Nel marzo del 415, su ordine di san Cirillo di Alessandria, un gruppo di cristiani fanatici sorprese la filosofa mentre ritornava a casa, la tirò giù dalla lettiga, la trascinò nella chiesa costruita sul Cesareion e la uccise brutalmente, scorticandola fino alle ossa (Secondo alcune fonti utilizzando ostrakois – letteralmente “gusci di ostriche”, ma il termine era usato anche per indicare tegole o cocci), e trascinando i resti in un luogo detto Cinarion, dove furono bruciati.