Roma. I fanti e i cavalieri comunali, muovono verso il Vaticano, con l’intenzione di dar battaglia al Papa e a Federico Barbarossa appena incoronato. Il Barbarossa ha un contingente misto di teutonici e lombardi, mentre suo cugino Enrico il Leone lo affianca con un migliaio di cavalieri sassoni e bavaresi. Enrico, col suo contingente, compie un’ampia manovra di aggiramento, passando all’esterno delle mura Aureliane, e piomba alle spalle dei cittadini, alla fine si sbandano. Molti sono uccisi, altri si gettano nel Tevere e circa 300 si arrendono a Federico. Di questi ultimi alcuni sono impiccati a mo’ di esempio, e gli altri liberati dopo pagamento di cospicuo riscatto. Federico poi si ferma nelle campagne laziali per consolidare la posizione, ma arriva la calura romana, e con questa le zanzare anofele, portatrici di Malaria. Centinaia di teutonici si ammalano.