Evariste (figlio di Nicholas-Gabriel) Galois, matematico francese, viene ucciso in un duello per ragioni d’amore; la notte prima della morte la passa a lume di candela a scrivere le sue scoperte matematiche inedite, fra cui la soluzione delle equazioni di quinto grado risolubili, ed un metodo per stabilire quali lo fossero per il grado 5, 6, 7. Suo padre Nicholas-Gabriel Galois si era suicidato solo due anni prima, ed aveva lasciato al figlio la seguente lettera: “Figlio mio carissimo, questa è l’ultima lettera che riceverai da me. Quando leggerai queste parole, non saro’ piu’ tra i vivi ma non voglio che tu ti disperi o ti affligga. Cerca di riprendere una vita normale per quanto ti e’ possibile. So che ti riuscira’ difficile dimenticare un padre che e’ stato anche un amico per te. Voglio cercare di spiegarti come meglio posso per quale motivo ho deciso di compiere questo gesto senza ritorno. Tu sai, piccolo mio, che da diciassette anni sono sindaco di questa citta’. Dopo Waterloo, i nemici della Liberta’ hanno cercato di estromettermi, ma invano. Conoscevano tutte le mie convinzioni politiche e la mia opinione sui Borboni e sui gesuiti. Sono certo, figlio mio, che il parroco e gli uomini che lo hanno inviato sapevano di non poter minare la mia autorita’ in uno scontro aperto e cosi’ hanno cambiato metodo. Non ero piu’ un avversario da temere, bensi’ da mettere in ridicolo. Alcuni hanno cominciato a rivolgermi sorrisetti repressi a stento. Altri, i miei nemici di sempre, mi ridevano in faccia, cantando delle canzoncine su Bourg-la Reine, che, per essersi scelta un sindaco folle, era diventata lo zimbello del Paese. Se non reagivo, mi ridevano in faccia; se tentavo di ricorrere alla forza di persuasione, mi ridevano in faccia; se andavo in collera ridevano doppiamente. Con questo gesto estremo, posso almeno riconquistare il rispetto che provavano per me e per la mia famiglia. Cosi’ nessuno potra’ farsi beffe di tua madre e di te. Muoio soffocato. Muoio per mancanza d’aria pura. Quest’aria avvelenata che mi uccide e’ stata viziata dai cittadini di Bourg-la Reine, bisogna che tu sappia e lo comprenda. Mi riesce molto penoso dirti addio, mio caro figliolo. Sei il mio primogenito e sono sempre stato fiero di te. Un giorno sarai un grand’uomo, un uomo celebre. So che quel giorno verra’, ma so pure che ti attendono la sofferenza, la lotta e la delusione. Diventerai un matematico. Ma anche la matematica, la piu’ nobile e astratta di tutte le scienze, per quanto eterea sia, affonda ugualmente le sue radici in profondita’ nella Terra sulla quale viviamo. Neppure la matematica ti permettera’ di sfuggire alle sofferenze tue ed altrui. Lotta, mio caro, lotta con maggiore coraggio di me. Che tu, prima di morire, possa sentire il rintocco della campana della Liberta’.”



