Un fattore chiave che dovrebbe far riflettere quando si compara il fabbisogno nutrizionale odierno con quello del paleolitico è pertanto l’“etologia” della nostra specie, e le abitudini sociali. In assenza di automobili, strade, ascensori, smartphone, armi da fuoco e tutto quello che la tecnologia fa per noi, gli uomini e le donne vissuti 40.000 o 20.000 anni fa facevano molta più attività fisica. La separazione dei ruoli era minima e le donne contribuivano tanto quanto gli uomini alla caccia. La cattura di un grosso erbivoro non era semplice e tutto il villaggio doveva contribuire, inclusi anziani, bambini e donne incinte, e anche raccogliere canne palustri o avena in mezzo alla tundra artica per avere un po’ di carboidrati richiedeva grandi sforzi. Le prede catturate erano specie selvatiche povere di grassi e i vegetali avevano semi e tuberi molto più piccoli di quelli odierni selezionati, difficili da raccogliere. Molto diverso è il caso degli animali addomesticati, selezionati nel corso degli ultimi 10.00 anni per fornire più grassi e proteine possibile, o dei vegetali coltivati che producono moltissimi carboidrati con relativamente poco sforzo. I polli moderni discendono da una specie asiatica molto piccola rispetto a una moderna gallina da carne, e mangiare del petto di pollo oggi è molto diverso dal mangiare una folaga nel paleolitico, dal punto di vista di grassi e proteine assunti, e di calorie spese per procacciarsi il cibo.